Nude

L’incidente

“Vivevo a Vienna da qualche tempo e avevo bisogno di vedere un ginecologo perché pensavo di essere incinta. Mi sono recata allora nello studio di un ginecologo nel quartiere in cui vivo ancora oggi. Era un dottore molto gentile e lo studio andava bene, ma ho scelto di non tornarci più. Dopo essere arrivata nello studio, l’infermiera mi ha detto che avrei incontrato il dottore fra qualche minuto. Mi ha detto di spogliarmi e rimanere in biancheria intima e di sedermi da aspettare in una delle stanze a disposizione. L’altra stanza era una specie di sala d’attesa. Così mi sono spogliata e mi sono seduta ad aspettare. Ho aspettato, aspettato, aspettato. Mi sentivo sempre più a disagio. Quindi un’altra donna in biancheria intima è entrata nella stanza e si è seduta dietro di me. Sono stata lì, nuda, seduta ad aspettare per 30 minuti. Ero talmente in imbarazzo, e mi spiaceva anche per l’altra paziente. Poi, finalmente, ho incontrato il dottore. Nel corso della visita ho pensato “Oh no, quando uscirò dallo studio, sarò costretta a vedere tutte quelle donne nude”. Sapevo che non sarei mai più tornata in quello studio. Dopo quell’esperienza ho detto a mio marito che avrei cercato di trovare un ginecologo musulmano, perché penso siano più sensibili nei confronti delle donne e del loro corpo.”

1. Identità degli attori nelle situazione descritta
  1. Narratrice

La narratrice è una donna messicana con un livello d’istruzione molto alto (dottorato di ricerca, ha lavorato a dei progeti di ricerca) che ha vissuto e lavorato in Messico, Egitto. Francia e Libano prima di trasferirsi in Austria. Ha lavorato anche come diplomatico. Al tempo dell’incidente, la donna si era appena trasferita in Austria, il luogo d’origine del marito poiché volevano costruire una famiglia. Ha scelto di trasferirsi in Austria e non seguire la carriera diplomatica, perché aveva visto molte relazioni a distanza fallire e aveva deciso che avrebbe avuto dei figli solo se avesse vissuto in un luogo insieme al proprio partner. Quando s’è verificato l’episodio, la donna aveva circa 30 anni e pensava d’essere incinta del suo primo figlio. La narratrice si considera una migrante, tale percezione è stata confermata dagli stereotipi che ha dovuto fronteggiare vivendo in Austria. Nonostante il suo sia un esempio positivo di migrazione e pluriliguismo (la donna parla 7 lingue), afferma di essersi sentita sminuita in Austria in quanto “donna latino-americana” e migrante. Si definisce di religione cattolica, avendo ricevuto un’educazione religiosa in Messico.

  1. Ginecologo e assistente

Un ginecologo di 55 anni e un’assistente di 20 anni che lavorano presso uno studio di ginecologia di Vienna. Entrambi parlano tedesco. La narratrice pensa che il dottore sia cattolico. Il dottore sembra rispettare le procedure e la filosofia medica occidentale. Le malattie sono diagnosticate da un esperto seguendo un protocollo prestabilito, all’interno del quale i pazienti hanno un ruolo passivo. L’esame del corpo della paziente è fondamentale ai fini di formulare una diagnosi.

  1. Le pazienti

Altre donne si trovavano nello studio. La presenza di donne svestite all’interno della sala d’attesa ha un valore particolarmente importante ai fini dell’analisi dell’incidente. Una delle pazienti ha fatto il suo ingresso all’interno della sala d’attesa, mentre la narratrice attendeva il proprio turno. La percezione della presenza di un’altra donna svestita nella stanza non ha fatto che aumentare il senso di disagio della narratrice. Nel corso della propria visita la narratrice non poteva fare a meno di pensare alla presenza di altre donne svestite nella sala d’aspetto e a quanto sarebbe stata in imbarazzo nell’attraversare la stanza.

Sia il medico, sia la narratrice hanno un livello d’istruzione molto alto, ma sono molte le differenze che li dividono. Il medico è un ginecologo, austriaco che svolge il ruolo di esperto, mentre la narratrice è una donna messicana che è emigrata in Austria di recente. Inoltre, mentre per il medico si trattava di una visita di routine, la donna non era tranquilla, perché pensava di essere incinta per la prima volta.

L’assistente non ha lo stesso livello d’istruzione del medico, ma rappresenta il sistema sanitario, dunque si trovava in una situazione di routine.  Inoltre, ha una buona relazione con il medico che è il suo capo.

La narratrice e le altre pazienti sono tutte donne in attesa del loro turno. Poiché non è facile saperne di più su di loro e non rivestono alcun ruolo fondamentale, possiamo assimilare la loro situazione a quella della narratrice.

2. Contesto della situazione

Fisico

L’episodio si è verificato nello studio del ginecologo, costituito da un ingresso, diverse sale d’attesa e lo studio vero e proprio dove il dottore svolge le sue visite. All’interno dello studio non ci sono degli spogliatoi all’interno dei quali le pazienti possano cambiarsi in attesa della visita.

Sociale

La narratrice è stata guidata all’interno dell’ufficio dall’assistente del medico, fino alla sala d’aspetto.  Non aveva mai visto il medico prima, pertanto non conosceva la procedura seguita dallo studio.  Inoltre, recarsi presso uno studio medico di solito comporta una separazione fra esperto e paziente, che si rivolge al medico per risolvere un problema. L’incontro è, dunque, caratterizzato da una differenza di conoscenze e status. L’assistente è una figura di mezzo, poiché fa da tramite fra il medico e il paziente. L’assistente ha poi una certa familiarità con le procedure e fa parte del sistema sanitario, per questo può dare delle istruzioni ai pazienti. La dimensione gerarchica è ulteriormente aggravata dal fatto che la narratrice non si era mai recata prima presso quello studio medico. Era una donna migrante che entrava in contatto con il sistema sanitario austriaco per la prima volta. Sebbene non ci fosse stato alcun problema con l’assicurazione sanitaria, la narratrice parla di un senso d’insicurezza nell’avere a che fare con le istituzioni austriache che attribuisce alla paura di essere etichettata come migrante o donna proveniente dall’America Latina.

Fra tutte le specializzazioni mediche la ginecologia è una delle più delicate. Fare una visita ginecologica genera sentimenti d’ansia in molte donne che si sentono a disagio. La ginecologia, però, è anche associata alla nascita di una nuova vita. La ginecologia inoltre rende evidente la dimensione sociale del genere, infatti, è stata riconosciuta come scienza medica solo di recente. In passato la professione era svolta prettamente da uomini, mentre le donne sceglievano di divenire ostetriche. Con l’emergere del movimento femminista la posizione dei ginecologi si è fatta più complessa.

Psicologica

Secondo la narratrice sono stati due i fattori che hanno contribuito a creare il suo stato psicologico: il fatto di essere recentemente emigrata in Austria e di non conoscere bene la lingua e le procedure sanitarie adottate in quel Paese e poi il pensiero di essere incinta che la rendeva insicura ed entusiasta allo stesso tempo.

3. Reazione emotiva

La narratrice non si sentiva a proprio agio nella situazione e l’imbarazzo non faceva che aumentare. Non vedeva l’ora che la visita finisse subito. Si sentiva imbarazzata anche al pensiero di dover attraversare la sala d’attesa con le donne svestite, perché riteneva che sarebbe stato spiacevole anche per loro.

4. Cornice culturale di riferimento del narratore

La narratrice non si sente a proprio agio nell’essere nuda. Ha bisogno che siano garantite alcune condizioni, per mostrare il proprio corpo. In caso contrario si sente esposta. Ciò pone in evidenza la sua visione del corpo nudo come oggetto privato e degno di protezione.

  • La scelta di mostrare/vedere dei corpi nudi spetta all’individuo ed è legata a dei determinati contesti. Se spogliarsi nel corso di una visita medica, fa parte della procedura, stare sedute nude in attesa di una visita in una stanza insieme ad altre pazienti supera il limite. Pertanto l’appropriatezza della nudità e le sensazioni ad essa legate dipendono dal contesto.
  • Per la narratrice avere indosso solamente la biancheria intima equivale a essere nuda, forse perché si tratta di uno spazio quasi pubblico dove è strano essere svestiti.
  • Vedere dei corpi nudi in un contesto inadeguato può generare un sentimento di
  • Il suo approccio alla nudità è legato all’orientamento religioso. La narratrice considera la religione del medico come un fattore importante che determina il modo in cui si rivolgerà alle pazienti. In questo caso la narratrice si riferisce alla diversa concezione di nudità nel cattolicesimo latinoamericano e austriaco. Il valore di rispetto e protezione della nudità sarebbero più facilmente condivisi sa un medico di religione musulmana (similitudini interreligiose).
  • Le differenze di genere rivestono un ruolo estremamente importante. La narratrice pone l’accento sul fatto che ha dovuto attraversare la stanza affollata da donne svestite. Tuttavia, in ambito medico, spogliarsi di fronte a un uomo non sembra costituire un problema, mettendo in evidenza il modo in cui l’identità professionale prevalga su quella di genere.

Le procedure mediche sono legate a regole specifiche e a delle gerarchie di potere:

  • Anche se la nudità sembra riservare qualche problema alla narratrice, non mette in discussione il fatto di doversi spogliare, né si lamenta con l’assistente o il medico per il fatto di aver dovuto aspettare nuda. Sembra accettare le gerarchie di potere che sono sottose all’incidente fra il paziente e gli operatori sanitari.
  • Il medico ricopre una funzione specifica per la narratrice: deve esaminarla per accertare la gravidanza. In questo caso il genere del medico appare irrilevante.
  • L’adesione della struttura di potere da parte della narratrice viene messa in discussione dalla presenza di altre pazienti.
  • La relazione di potere fra il dottore, esperto e dotato di conoscenze specifiche, e la paziente è accentuata dal fatto che una dei due è nuda, mentre l’altro è completamente vestito. Mentre il dottore porta gli indumenti e gli strumenti che ne definiscono la porfessione e l’individualitò; la narratrice entra nello studio ed interagisce nuda senza i segni della propria individualità e dello status sociale.

L’individualismo potrebbe essere un altro dei valori messi in discussione dall’incidente. Il fatto che il medico non abbia mostrato alcun interesse nei confronti della narratrice come persona prima di sottoporla alla procedura di svestizione potrebbe aver contribuito a minacciare l’orientamento individualista della narratrice.

Adattamento alle regole locali/ insicurezza verso il proprio status di migrante

  • La narratrice si definisce come una migrante che ha scarsa familiarità con codici di condotta specifici da adottare all’interno del sistema sanitario austriaco. Vede gli operatori sanitari che lavorano all’interno dello studio di ginecologia come delle autorità e deve seguire le loro istruzioni, anche se non si sente totalmente a proprio agio.
  • Ciò può essere dovuto al fatto che si sente insicura nell’entrare in contatto con le istituzioni austriache (come le persone che lavorano nel sistema sanitario) anche perché non conosce le regole non scritte ed ha subito delle discriminazioni in precedenza.

Stile di comunicazione accondiscendente:

  • La narratrice sembra preferire evitare e allontanarsi da situazioni spiacevoli piuttosto che affrontarle.
  • Sebbene ciò possa essere attribuito al rispetto mostrato verso la struttura di potere da parte della narratrice, potrebbe dipendere anche dal fatto che, lamentandosi, sarebbe stata costretta a mostrare il proprio stato emotivo.
5. Quale immagine emerge dall’analisi del quadro culturale di riferimento del narratore in riferimento all’altro gruppo coinvolto nell’interazione (es. neutrale, leggermente negativa, molto negativa, stigmatizzata, positiva, molto positiva, reale/irreale ecc.)?

Leggermente negativa. Il ginecologo è descritto come una persona noncurante e dimentica delle esigenze della paziente, anche se la sua figura non è demonizzata. Non è descritto come una persona orribile o un cattivo medico, ma come una persona poco attenta che ha causato dei disagi alla protagonista che non usufruirà più dei suoi servizi.

6. Cornice culturale di riferimento dell’individuo/gruppo all’origine dello shock

Il ginecologo aderisce alla concezione occidentale della medicina e ciò si riflette nell’organizzazione degli spazi, nella comunicazione con i pazienti e nelle procedure che portano alla diagnosi.

  • La professione medica è segnata da delle strutture di potere chiare fra medico, assistente e paziente. La medicina è vista come un processo che va dall’alto verso il basso, da un dottore sapiente e preparato al paziente.
  • I pazienti sono passivi nel corso del processo di diagnosi e trattamento delle malattie fisiche. La loro partecipazione non è desiderabile.
  • I corpi sono separati dall’intelligenza che li abita; il medico presta attenzione solamente al corpo.
  • L’opinione del paziente è considerata irrilevante nel corso della diagnosi e del trattamento, sono i loro corpi che portano i segni della loro malattia. Gli elementi della loro individualità come il genere dei pazienti o quello del ginecologo sono irrilevanti. Pertanto l’etica professionale del medico si manifesta attraverso una scarsa considerazione verso le emozioni provate dalla narratrice verso il proprio corpo osservato da degli estranei o dall’immagine culturale della nudità femminile.
  • L’interazione con i pazienti ha lo scopo di stabilire le loro condizioni fisiche e il loro stile di comunicazione con i pazienti non è al centro delle loro preoccupazioni.
  • Questa mancanza di comunicazione si trasmette anche all’interazione fra l’assistente e la paziente. Le pazienti non sanno per quanto tempo dovranno aspettare svestite o come si sposteranno attraverso lo studio.

La pratica della medicina deve essere improntata all’efficienza:

  • Al fine di fare un buon uso del tempo e degli spazi, i pazienti non sono seguiti individualmente, ma secondo delle procedure standardizzate. Le pazienti sono già svestite quando entrano all’interno della stanza in cui saranno visitate dal mendico che non dovrà aspettarle.
  • Le pazienti si muovono nel corso della procedura. Le donne sono accolte all’ingresso, poi attendono il loro turno in un’altra stanza, pronte a incontrare il dottore.

Il modo di gestire le pazienti mostra un alto livello di funzionalità: le pazienti non sono persone, ma malattie da curare. Il dottore segue un approccio atto alla risoluzione dei problemi. Si concentra sul compito da svolgere ed è meno coinvolto nell’interazione sociale ed emotiva che si accompagna alla cura di un paziente.

  • I problemi sono risolti seguendo una scala gerarchica.
7. In che modo la situazione evidenzia un problema relativo alla pratica professionale, o in generale al rispetto delle differenze culturali in situazioni interculturali?

Approccio alla nudità dei pazienti nelle procedure

  • Mostrare il proprio corpo è un atto estremamente delicato per molte persone, anche se è richiesto da alcune procedure. Per questa ragione sarebbe bene disporre di protocolli specifici quando si esaminano dei pazienti svestiti.
  • Gli spazi dovrebbero essere adattati per evitare di creare imbarazzo nei pazienti. Si potrebbe pensare, ad esempio, a stanze chiuse in cui si può stare da soli, con delle luci soffuse che contribuiscano ad attenuare la sensazione di essere esposte.
  • Sebbene l’incidente ruoti attorno alla svestizione, è istruttivo anche per quanto concerne il modo in cui gli operatori sanitari possono gestire questo processo. Pone in evidenza, infatti, la necessità di fornire delle istruzioni dettagliate su quello che accadrà e di guidare i pazienti nel corso del processo per evitare che si sentano a disagio. Riconoscere la natura delicata della svestizione ed esprimere il proprio interesse nei confronti dei sentimenti della paziente potrebbe costituire uno degli elementi che allievi il senso d’insicurezza.

Interazione medico-paziente:

  • Secondo quanto prevede la medicina occidentale è il medico che conosce le reali condizioni del paziente. La diagnosi avviene attraverso una procedura prestabilita. Il ruolo del paziente nel giungere a una diagnosi è solo marginale. A causa di ciò, si pone poca attenzione alla comunicazione con i pazienti. La mancanza di comunicazione con i pazienti non fa che aumentare il loro senso di disagio, potrebbe portarli a non accettare il trattamento proposto e a rifiutare di ricevere lo stesso trattamento in futuro.
  • Se le procedure sono strutturate seguendo un modello gerarchico, allora è lecito chiedersi se questi pazienti possono permettersi di mettere in discussione tale gerarchia.
  • Il rapporto medico-paziente potrebbe però essere visto come un processo partecipativo in cui i pazienti, le loro storie e le loro emozioni giocano la propria parte nella diagnosi e nel trattamento della malattia. Al fine di includere i pazienti in questo processo, gli operatori sanitari dovrebbero migliorare le proprie competenze comunicative.

Ottimizzare le procedure mediche vs qualità delle cure

  • Sebbene possa essere considerato ragionevole adottare un approccio orientato all’efficienza, considerata la mole di lavoro e i costi della professione medica, sarebbe opportuno tenere conto anche di come tale modello possa avere delle ricadute negative sulla qualità delle cure offerte ai pazienti e al decorso della loro malattia. Per questo, è bene legare l’efficienza anche al rispetto degli standard qualitativi.

Codici di condotta culturalmente connotati in ambiente medico contribuiscono a creare un senso d’insicurezza rispetto ai comportamenti e alle reazioni da adottare:

Tali codici possono essere legati al fatto di essere dei migranti in un nuovo Paese, non a conoscenza delle convenzioni vigenti in ambiente sanitario.